Le cose che ho imparato da Gaia e Enrica.


Succede che Enrica Mannari, illustratrice, in una delle sue Dirette Mannare su Instagram, decide di parlare di originalità.
"Ottimo!" - penso io - "Finalmente un dibattito interessante, proprio come piace a me!"
Il tema mi è molto caro da quando ho iniziato ad essere consapevole del processo creativo e di come allenare la  creatività, tanto da sviluppare una consulenza apposta.
Come dico sempre, la creatività è un muscolo e si può allenare perchè appartiene a ognuno di noi.

Allenarsi.
Ricercare.
Sperimentare.
Studiare.

Sono le parole che vengono fuori anche dalla diretta.

Gaia Segattini è stata l'ospite che Enrica ha interrogato sul tema dell'originalità.
Gaia si occupa di artigianato indipendente e creatività ed è diventata un punto di riferimento per gli artigiani in Italia.
Per via del suo background, Gaia mette subito in chiaro che il suo intervento farà riferimento al prodotto che, prima di essere messo in vendita, deve passare da una serie di step.

COMPETENZA

Prima di tutto il prodotto è il risultato della nostra competenza.
Va da sé che la competenza è una cosa che ha bisogno di studio per essere padroneggiata. Serve l'esperienza e la sperimentazione.

Per questo motivo Gaia ci tiene a dire che non si può parlare in generale di creatività perchè il prodotto che una persona ha in testa è strettamente personale e nasce dalla soggettività.

STUDIO DEL TARGET E PERSONALITÀ

Il target, nell'artigianato, va di pari passo con la personalità dell'artigiano. Per ottenere un prodotto che abbia forza serve una personalità forte. Se ci fate caso, i clienti di un artigiano comprano da lui perchè gli somigliano. Un buon esercizio è immedesimarsi nel proprio cliente ideale e chiedersi come vive, cosa gli piace, e di conseguenza andargli incontro.
Una volta focalizzata la propria nicchia, si riesce a capire la direzione che si vuole prendere e sarà anche più semplice progettare i prodotti futuri.

Dal 2008 in poi tutta la produzione di nicchia è cambiata. Nei negozi si vedevano sempre le stesse cose perchè la produzione era stata spostata fuori dall'Italia e, mentre prima ci si manteneva nell'ordine delle centinaia, adesso il minimo di ordine che si può fare sono di migliaia di articoli e quindi c'è stata una vera invasione di questi capi di bassa qualità sia di materiale sia estetica.
Erano i tempi di Joe Rivetto e Monella Vagabonda. Una tristezza, ve li ricordate?

In quel momento la gente che non si riconosceva più nei prodotti che trovava nei negozi, ha iniziato a cucirsi da sola i vestiti!

PROBLEMATICHE COMUNI

Ci sono problematiche che accomunano parecchi artigiani. Qui Gaia si scalda molto, da questo si capisce quanto ci tenga al fatto che ogni artigiano debba davvero mettere se stesso in quello che crea.

L'artigianato soddisfa le nicchie di mercato. Di conseguenza non ha senso creare cose che vende la grande distribuzione.

Questa è una problematica dovuta all'insicurezza.  Siccome nella grande distribuzione è diffusa una certa tipologia di prodotti, si pensa di poterli riproporre così la vendita è assicurata.
Ma è davvero così?
No.
Non ha senso fare le stesse tazze che trovi da Tiger. Esistono già e costano anche meno.

Un altro problema è la preparazione tecnica. Le hobbiste non hanno preparazione, il che sarebbe anche normale all'inizio, ma non studiano e non perfezionano la tecnica neanche dopo. Se si padroneggia la tecnica indubbiamente si velocizzerà e perfezionerà la produzione.

I social network ci spingono sempre alla condivisione. Questo va bene ma attenzione a scegliere cosa condividere. L'eccessiva condivisione fa male perchè nel momento in cui gli amici andranno a commentare positivamente la fotografia di un prototipo, la conseguenza sarà la mancanza di ricerca per migliorare e impegnarci a trovare la nostra strada.
Questo è deleterio per un artigiano. Non bisognerebbe mai chiedere opinioni agli amici perchè ci sosterranno sempre. Questo porta a pensare che chiunque ce la può fare, non è così. La svolta della propria vita non è un hobby.

Attenzione anche a non progettare il prodotto in funzione della foto. Instagram influisce il processo produttivo a discapito della qualità e della funzionalità. La comunicazione deve avvenire dopo e non prima.

DEDIZIONE E RICERCA

Per farcela non basta il talento ma ci vuole tanta dedizione. Non esistono più domeniche o feste. I tuoi amici non si ricordano più che faccia hai.

Le persone che ce la fanno di più sono quelle che hanno più personalità che hanno qualcosa da dire, e quel qualcosa da dire spessissimo è relazionato con quanta merda hai dovuto mangiare per anni. Quanto ti sei sentita sola e diversa.
- Gaia Segattini

Le esperienze vanno fatte da soli. Non bisogna aspettare che "il gruppo" decida di farle. E non si parla di snobbismo o arroganza, molte volte chi ha una forte personalità si annoia. Si allontana dagli amici per noia.

Enrica a questo punto chiede a Gaia cosa ne pensa del fatto che si copi spudoratamente dalle immagini che si vedono su internet, su Instagram e su Pinterest per poi pubblicarle e scrivere nella descrizione quanta dedizione e tempo si è dedicata a quell'opera.

Secondo Gaia non viene dato il giusto valore alla creatività. Infatti viene considerata come un processo difficoltoso che bisogna affrontare prima di arrivare al prodotto finito perchè si ha la fretta di pubblicare online il prodotto nuovo.
La gavetta va fatta in silenzio, disconnettendosi dai social, prendendo tempo per noi, facendo esperienze che tocchino tutti i sensi.
Il prodotto finale deve parlare di noi e deve aver significato per noi.
Parlate solo con chi vi fidate e stimate.
Nascondete il prototipo e fatelo decantare, non guardatelo per settimane. Va sdifettato, va creato un altro prototipo che da perfezionare, non va pubblicato immediatamente. Successivamente si guardano tutte insieme e si analizzano. Si capisce come unificarle con una cifra stilistica in modo che insieme abbiano un senso.
Ci vuole tempo.

Così facendo otterremo qualcosa che ci soddisfa e sarà anche più semplice continuare a creare, per esempio, nuove collezioni e nuovi prodotti.

COSA HO IMPARATO

La diretta mi ha fatto riflettere molto sull'originalità, un argomento che è indubbiamente correlato alla creatività, alla cultura, all'esperienza, agli interessi personali e all'istinto. Poi è grazie unicamente al fattore tempo che le nostre ricerche iniziano ad avere un senso, si capisce cosa funziona realmente e cosa no.
L'arte va nutrita, vanno fatte esperienze e la creatività va allenata. Per arrivare ad ottenere un prodotto originale serve tanto lavoro introspettivo. Analizzare profondamente se stessi, le proprie emozioni, le motivazioni che ci spingono ad agire.
E' un discorso che secondo me si può anche applicare all'arte e ad ogni lavoro dove serve essere particolarmente creativi.
Quante vacanze estive ho passato a studiare e sperimentare, quanti weekend! Quando io faccio ricerca mi capita spessissimo di entrare nel flusso creativo dove il tempo sparisce e la mente si nutre.

Mi trovo d'accordo con l'ultima riflessione di Gaia: in Italia siamo fortunati. Abbiamo un gusto estetico innato e molti artigiani bravi. Seguire le tendenze va bene ma dando la propria personale interpretazione.
Enrica Mannari ha annunciato che le sue dirette continueranno e proprio stasera alle 21,30 ce ne sarà un'altra e io ne sono davvero felice. Inoltre anche Gaia ha intenzione di continuare a parlare di questi temi che stimolano un ragionamento e che creano un dibattito interessante. Vi suggerisco di tenere d'occhio i loro profili Instagram: @gaiasegattini e @enrica_mannari. Grazie ragazze!
Mi piacerebbe concludere l'articolo con un'altra citazione di Gaia che spero faccia da spunto per tutti i lettori:

Invece di puntare sulle cose che piacciono a tutti, puntiamo sulle cose che non piacciono agli altri. Non tutte le cose che ci piacciono ci rappresentano.
- Gaia Segattini

Grazie per aver letto il mio articolo fino in fondo. Ti ricordo di usare l'hashtag #lacreativitàèunmuscolo per condividere con la gente dell'internet il tuo metodo per incrementare la creatività!

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